E poi, d’incanto e d’improvviso, ti imbatti in un volantino come questo:
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E allora, davvero, non ho saputo resistere.
Il foglietto tutto-urletti-e-falci-e-martello qui sopra è così pieno di imprecisioni e corbellerie che non so davvero da che parte cominciare.
Dunque.
1) L’assassinio di Matteotti nulla ebbe a che fare, com’è noto, con un presunto problema di rappresentanza, per così dire, assembleare: la sanguinaria e vile prassi politica messa in atto dal partito fascista espresse tutta la propria brutalità contro ogni oppositore, purtroppo non solo all’interno delle aule parlamentari.
Essa non risparmiò intellettuali, giornalisti, scrittori e privati cittadini: e, del resto, la critica storica nella sua totalità è ormai da anni concorde nel considerare il coraggioso discorso di Matteotti come una cartina di tornasole, un banale pretesto che avallò, agli occhi di una opinione pubblica corrotta, degradata e pavida, il ricorso alla barbarie come strumento funzionale alla costruzione del consenso e all’annichilimento dei (pochi) oppositori rimasti.
La ricostruzione riportata nel testo qui sopra è dunque da considerarsi, nella migliore delle ipotesi, come un esercizio di dietrologia da due soldi, o peggio come prova patente di abissale, colpevole ignoranza.
2) Nel foglietto tutto-urletti-e-sol-dell’-avvenire si asserisce che la bozza di legge elettorale attualmente in discussione sia peggiore del Porcellum.
Ora, io comprendo la necessità di ricorrere, da parte di partiti con consensi da assemblea condominiale, alla nobile arte dell’iperbole, così da attrarre su di sé quel minimo di attenzione che non li consegni ad un indefinito, eterno oblio: ciò detto, l’asserzione riportata in questo j’accuse in salsa leninista è, in punta di fatto, falsa.
Farò mie, in questa sede, alcune delle osservazioni espresse solo due giorni fa, su “La Repubblica”, dall’ottimo Marco Bracconi.
“ Si dimentica forse che il Porcellum era un sistema strutturato in modo tale da produrre maggioranze diverse tra Camera e Senato. E non mi viene in mente atto più “omicida” della democrazia di quello di rendere quella democrazia incapace di esprimere governi stabili.
Non solo. Si dimentica forse che le liste bloccate del Porcellum erano sterminate, e invece queste saranno composte da quattro a sei candidati. È un passo avanti o uno indietro rispetto al Porcellum?
E ancora. Si dimentica che con il Porcellum, in teoria, col 10% dei voti ci si può ritrovare col 51% dei parlamentari, mentre almeno una soglia meno grottesca ora ci sarebbe.
C’è poi la questione della rappresentanza. Che in democrazia è una cosa seria, ci mancherebbe. […]Però il tema generale della rappresentanza e degli sbarramenti andrebbe forse affrontato tenendo conto di alcuni altri elementi di sistema, invece di farne un elemento di discussione astratto e – sostanzialmente – identitario.
Se la rappresentanza diventa una ossessione omnicomprensiva, l’effetto è una clamorosa eterogenesi dei fini. Per rappresentare tutti si finisce col bloccare il sistema e così non si rappresenta più nessuno.
Se il sistema si blocca, è il principio stesso della rappresentanza che entra in crisi e con esso la democrazia.”
3) Nel foglietto-tutti-urletti-e-costituzione-e-resistenza si legge che l’attuale legge elettorale in discussione sarebbe, al pari del porcellum, incostituzionale; si afferma che essa contravverrebbe ai dettami contenuti nelle motivazioni della sentenza emessa dalla Suprema Corte e depositata in data 13 gennaio 2014.
È sufficiente saper leggere per comprendere che questa affermazione è del tutto errata.
La sentenza, dichiarando incostituzionale il Porcellum, ha decretato di fatto non più procrastinabile il licenziamento di una nuova legge elettorale da parte del Parlamento attualmente in carica, fornendo un quadro di indirizzo per il legislatore secondo forme e modalità chiaramente espresse nello stesso dispositivo della sentenza.
I giudici hanno definito “distorsivo” il premio di maggioranza previsto dal Porcellum perché “foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione” non imponendo “il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista”. Hanno aperto inoltre alle liste bloccate corte previste dal modello spagnolo, senza bocciare gli altri due modelli messi in campo da Renzi: Mattarellum corretto e doppio turno sul modello dei sindaci.
Un’ ultima considerazione, questa volta di carattere eminentemente generale: la formula retorica, piuttosto in voga ultimamente tra grillini e antagonisti d’ogni risma, che punta a voler “aprire gli occhi” e dispensare conoscenza a tutti coloro che hanno opinioni differenti dalle proprie, è, a mio avviso, piuttosto pericolosa; personalmente, preferisco pensarmi come un battitore libero che rappresenta a malapena se stesso e non ha intenti pedagogici di alcun tipo, né lezioni da impartire a chicchessia.
In egual modo, non accetto che valori che considero essere l’architettura immateriale della mia formazione – la resistenza, la democrazia, il pensiero liberale, la Costituzione della Repubblica Italiana, etc. – mi vengano inopinatamente sottratti da partiti politici che preferiscono ergersi a paladini di una qualche ineffabile idea di “giustizia” piuttosto che proporre una visione organica e coerente del bene comune.
Come ebbi modo di scrivere già in passato, evitare di considerarsi portatori sani di verità rivelate aiuterà ognuno di noi a smetterla, una volta per tutte, con questo insopportabile snobismo per il quale ogni posizione diversa dalla propria è sempre ed inesorabilmente una visione sbagliata e corrotta, una visione da servi, da venduti, da sepolcri imbiancati. Dovremo cominciare a considerare che esiste, ad ogni latitudine e non soltanto all’interno del proprio cortiletto di riferimento, gente per bene pronta ad ascoltare – sempre che, ovviamente, si abbia qualcosa da dire.
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